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RECENSIONI |
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Il pomeriggio di Milano 14 novembre 1994
Musica bilanci e champagne
A Milano c'è un posto dove gli organizzatori dei concerti
salutano il pubblico che entra con il garbo dei padroni di
casa, dove ci si accomoda con agio e si sorseggia un frizzantino.
Il concertista di turno (nella sera in cui ci sono andato
suonava Antonio Ballista) commenta con sapiente ironia le
musiche che va suonando e gli ascoltatori partecipano divertendosi.
Non è un dagherrotipo del primo Novecento come può
suggerire la Palazzina Liberty, è un'istantanea del
novembre '94, dove l'associazione Novurgia dedica i concerti
alla letteratura pianistica del nostro secolo. Se fossi un
estensore delle rubriche dei gourmets darei quattro stellette,
in questo caso quattro diesis. (Annibale Rebaudengo)
L'informazione 2 dicembre 1994
A S. Ambrogio in prima esecuzione assoluta "Riturgia" di
Anzaghi
È una prima esecuzione assoluta quella di questa sera
alle ore 21 nella basilica di Sant'Ambrogio. Giulia Lazzarini
e Giancarlo Dettori interpreteranno, diretti dal maestro Fabrizio
Dorsi, "Riturgia" di Davide Anzaghi, opera per voci recitanti,
coro e strumenti su inni di S. Ambrogio. Davide Anzaghi è nato
a Milano nel 1936 e ha iniziato l'attività compositiva nel
1971, vincendo, nel volgere di pochi anni alcuni dei più
importanti concorsi internazionali di composizione, fra i
quali il Premio Messiaen. Di lui ha scritto Quirino Principe:
" ... è il più milanese fra i compositori oggi
attivi in questa città... Anzaghi è un musicista
che crede nella materia: nella materia del suono, certo, che
tuttavia rappresenta e simboleggia il mondo materiale con
le sue bellezze, la scala d'accesso alla grande architettura".
. Riturgia è un'opera di musica sacra, fatto questo
abbastanza raro nel panorama del l'invenzione musicale, ed
è costruita come una vera e propria architettura. Sempre
Principe parla di pilastri per il preludio e i posludio che
sorreggono il complesso del lavoro. (Maria Laura Zuccheri)
La Repubblica 4 dicembre 1994
I titolo è una dichiarazione. Equivoca ma precisa.
Riturgia profuma di rito e liturgia: ancor più quando
la celebrazione è ospitata sotto le volte monumentali
della Basilica di Sant'Ambrogio che restituisce in fascino
antico quel che si prende in resa acustica. Riturgia per voci
recitanti, coro e strumenti (su Inni di Sant'Ambrogio) di
Davide Anzaghi ha segnato, l'altra sera, con solennità
la conclusione della prima edizione del programma "L'Europa
dei compositori", ideato da Novurgia, la più recente
associazione per la musica contemporanea. La partitura, in
prima assoluta, combina materiali musicali e modi esecutivi
eterogenei. Elemento unificante dell'ampio lavoro è
la scelta testuale di versetti tratti dalla liturgia ambrosiana
- di cui vengono anche citati un paio di stralci vocali -
interpretati con gesti musicali e drammatico-espressivi diversi.
A metà strada tra una meditazione sacrale e la logica
" rappresentativa ", Anzaghi ordina le strofe secondo un'
alternanza di numeri di pura recitazione - in parte affidata
a una voce fuori campo (Sonia Grandis) priva di sostegno musicale,
in parte alla lettura musicalmente misurata o liberamente
partecipe di due attori (Giancarlo Dettori e Giulia Lazzarini)
collocati al centro dell'orchestra - farciti da quattro interludi,
un Preludio e un "Posludio" assegnati agli strumenti soli.
Il tracciato sonoro vagamente quaresimale inizia con la voce
sola, cui succede, il disegno frammentato e percorso da arcaismi
armonici degli archi; sulla loro progressiva animazione irrompe
il clarinetto solo. A specchio, il finale di Riturgia è
un'ampia pagina per pianoforte solo e strumenti (col vibrafono
in evidenza solistica) che ripropone schegge di quel sospeso
movimento d'avvio. Nelle strofe con testo, Anzaghi mescola
recitazione pura, declamazione collettiva dei coro (la Camerata
Polifonica di Milano) e vaghi sostegni strumentali a mo' di
ingenuo commento illustrativo. Funzione non dissimile ma meno
didascalica, compiono i numeri solistici che ricreano un'atmosfera
beata. La brillante lettura dei Divertimento Ensemble diretto
da Fabrizio Dorsi dava sostanza persuasiva alla scrittura
d'autore: vivida ancorché attestata su atteggiamenti
linguistici colloquiali più che misteriosamente sacrali.
(Angelo Foletto)
Avvenire 4 dicembre 1994
Ecco gli inni in basilica
"Splendor paternae gloriae, de luce lumen proferens". È
tempo d'Avvento. C'è bisogno di una parola che ci tocchi
il cuore. C'è bisogno di una musica che ci scenda nell'anima.
Eccole per una sera ritrovate nella basilica principe, nella
chiesa più amata da tutti i milanesi. In Sant'Ambrogio,
sì "quello vecchio" ma non più "fuori di mano". Nulla
può riscaldare lo spirito e la mente che riascoltare, sollecitati
dalla musica, quegli inni stessi che uscirono dalla penna
e dal cuore del grande vescovo. I più mirabili. I più
noti e quelli meno conosciuti. "In aurora". "In nocte natalis
Domini" . Salgono le doppie voci del coro maschile e femminile,
sale la voce dolce e soave di Giulia Lazzarini, sale la voce
fiera e nobile di Giancarlo Dettori e una dolce beatitudine
scende nell'ascoltatore. Gli Inni di sant'Ambrogio, è
stato detto esemplarmente, furono il cantico della sua comunità.
Per una sera possono, anzi sembrano, ridiventare il canto
di un'altra comunità, la nostra, avviata verso il terzo
millennio. Danno speranza e consolazione. "Fides calore ferveat,
fraudis venena nescit" . E calore e speranza pare di trovare
dentro le note caste e vividissime della felicissima composizione
dovuta al maestro Davide Anzaghi. Con un termine che forse
sarebbe piaciuto anche a Giovanni Testori e così a
padre David Maria Turoldo, l'autore ha voluto definirla "Riturgia".
(D.Rig.)
Tuttomilano/La Repubblica 1 dicembre 1994
Alla Basilica di Sant'Ambrogio Novurgía chiude con
una novit? di Davide Anzaghi
Riturgia per due voci recitanti, strumenti e coro del compositore
milanese Davide Anzaghi è il lavoro che chiude la breve
rassegna di autori del Novecento storico e contemporaneo "Novurgia",
tenutasi alla Palazzina Liberty nelle settimane passate. Il
pezzo, in prima esecuzione assoluta venerdì 2 dicembre
(ore 21) nella Basilica di Sant'Ambrogio, viene proposto sotto
la direzione del giovane Fabrizio Dorsi, con l'apporto strumentale
del Divertimento Ensemble e vocale della Camerata Polifonica
di Milano preparata da Ruben Jais. In aggiunta, un folto numero
di solisti: il clarinettista Paolo Beltramini, il percussionista
Maurizio Ben Omar, il pianista Alessandro de Curtis, oltre
a Lorenzo Gorli al violino, a Relja Lukic al violoncello e
a Lorenzo Missaglia al flauto, più le voci recitanti
di Giulia Lazzarini e Giancarlo Dettori. Il lavoro nasce come
una sorta di composizione sacra, una costruzione architettonica
ispirata all'innodia di Sant'Am brogio, che mescola parti
strumentali e momenti di recitazione, senza per questo collocarsi
all'interno di canone liturgico ufficiale. L'intersezione
di episodi diversi, con incontri e impasti timbrico-armonici
di varia natura, è delimitata all'inizio da un Preludio
per clarinetto e archi e in conclusione da un Postludio per
pianoforte e 14 strumenti.
Corriere della Sera 4 dicembre 1994
Riturgia, gli inni di Ambrogio
In pieno Avvento sono risuonate l'altra sera, tra le antiche
volte della Basilica di Sant'Ambrogio, le suggestive musiche
di "Riturgia" scritta per voci recitanti, coro e strumenti
da Davide Anzaghi ed eseguite in prima assoluta nell'ambito
della rassegna musicale "Novurgia". La grande chiesa ambrosiana
non poteva non essere la sede naturale di quest'opera, il
cui ordito è stato tessuto utilizzando numerosi frammenti
degli inni che Ambrogio stesso ideò e scrisse sedici
secoli or sono, allorquando seppe infondere nuova vita a una
forma di canto sacro che, nato nella lontana Siria, solo qui
poté essere definitivamente consegnato al comune uso
liturgico, come con emozione testimonia Sant'Agostino nel
capitolo IX delle "Confessioni". L'architettura di "Riturgia"
poggia fondamentalmente sul contrappunto tra voci recitanti
e coro, le une declamanti la versione italiana degli inni,
l'altro quella originale in latino; fra queste sono state
inserite otto "Recitationes", affidate a una voce fuori campo,
e quattro Interludi: il tutto racchiuso tra un Preludio e
un Postludio strumentali. Il meccanismo regolante la successione
di ogni parte si èdimostrato fluido e il lavoro ha
così assunto la pacata e naturale compostezza di un'azione
rituale. Anzaghi ha voluto che la musica scorresse incessantemente
attraverso tutta l'opera al cui interno anche le voci hanno
giocato un importante ruolo timbrico, qui esaltato dalla preziosa
dizione di Giulia Lazzarini e Giancarlo Dettori (brava anche
Sonia Grandis, efficace voce fuoricampo). Fabrizio Dorsi ha
diretto con perizia la Camerata Polifonica di Milano e i quattordici
componenti del "Divertimento Ensemble", ora facendo emergere
gli strumenti negli importanti interventi solistici, ora costringendoli,
sotto le voci, ad amalgamarsi in neutre macchie sonore che,
come piatti metallici, hanno contenuto e preservato il fascino
senza tempo dei testi ambrosiani. Un pubblico raccolto ha
riservato numerosi applausi al compositore. (PaoloTarallo)
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