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PROFILO COMPOSITORI, AUTORI |
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Drei Klavierstücke, op. 11 (1909),
Sechs kleine klavierstücke, op. 19 (1911),
Fünf Klavierstücke, op. 23 (1923), Suite
op. 25 (1923), opere eseguite a Milano alla Palazzina
Liberty il 21 novembre 1996
Il pianoforte solo non ha una presenza quantitativamente ampia
nella produzione di Schönberg; oltre alle pagine in programma
questa sera, il suo scarno catalogo pianistico comprende solo
Tre pezzi del 1894 (gli unici rimasti di un gruppo di sei),
un Alla marcia dello stesso anno, due Klavierstücke
(1928 e 1931) e le Variazioni op. 40 su un recitativo
dorgano (1941). Poi nientaltro. E tuttavia la
collocazione cronologica delle quattro composizioni è
tale da assegnare loro un posto importante nellambito
del percorso linguistico del compositore. Scrive Glenn Gould:
È possibile seguire levoluzione delle idee
stilistiche di Schönberg attraverso la sua scrittura
per il pianoforte. E poco più avanti, in risposta
a quanti hanno a lungo ritenuto che lautore di Erwartung
non sapesse scrivere per questo strumento, aggiunge: Non
cè una sola frase in tutta la sua musica pianistica
che sia mal concepita per la tastiera. Lop.
11, datata 1909, è contemporanea al ciclo liederistico
Il libro dei giardini pensili e ai 5 pezzi per orchestra
op. 16; dunque appartiene a uno dei periodi cruciali della
ricerca schönberghiana per una via nuova, che lo allontani
dalla tonalità. Certo questa non può essere
negata di colpo - e Schönberg aveva un senso vivo della
storia della musica - tantè vero che anche in
queste tre pagine echi di Brahms si levano inconfondibili
qui e lì. Al primo pezzo, di classica forma tripartita
e costruito sulla cellula melodica delle prime tre battute,
segue una pagina centrale più ampia, dai contrasti
tematici e dinamici molto accentuati, che un pedale rende
ancora più accesi. Lultimo presenta una scrittura
più audace, da Leibowitz definita atematica,
inserita allinterno di una forma, a quei tempi originale,
di sezioni disposte in sequenza, provvista ciascuna di una
propria individualità. Composti due anni dopo - inverno/estate
1911 - i Sei piccoli pezzi op. 19 sono poco più
che lampi di idee musicali, che in un certo senso anticipano
la concentrazione aforistica di un Webern ancora di là
da venire. Il più lungo, il primo, comporta 18 battute;
i più brevi, il secondo e il terzo, 9 ciascuno. Ciò
che colpisce lascoltatore è lo straordinario
páthos che si leva da ogni figura musicale, ognuna
delle quali accumula una tensione che si scarica su quella
successiva e così via di bagliore in bagliore. Il sesto,
marcato molto lento è stato composto negli
stessi giorni dei funerali di Mahler a Vienna, al quale Schönberg
dedicherà il Manuale darmonia di quello stesso
anno; il brano si chiude con un doppio, cupo, accordo di sei
note marcato in partitura wie ein Hauch (come
un soffio). Con lop. 23 e lop. 25
il cammino lungo la nuova via - la dodecafonia - ha inizio.
I primi quattro dei cinque pezzi dellop. 23 sono
ancora prove dautore, nelle quali il nuovo principio
è come intravisto e fatto solo intuire. Nel primo domina
quella scrittura contrappuntistica alla quale la dodecafonia
attingerà a piene mani per trasformarsi da tecnica
a linguaggio. Il secondo, il terzo e il quarto presentano,
rispettivamente, una serie di nove, cinque e ancora cinque
note, alle prese con strutture formali tradizionali, quali
forma-sonata (il secondo) e scherzo (il quarto) o figurazioni
classiche come larpeggio (il terzo). Il sesto e ultimo,
Walzer, è la prima pagina di Schönberg, e quindi
della storia della musica, interamente dodecafonica; anche
qui, tuttavia, il compositore non si stacca del tutto dalla
tradizione, in quanto si colgono, qui e lì, allusioni
allantico Ländler. La composizione della Suite,
terminata nel 23, è da considerarsi una naturale
prosecuzione dellop. 23 dal momento che sulla
scia dellultima pagina di questa la dodecafonia vi trova
la sua definitiva consacrazione. Articolata in cinque brani
con un Intermezzo al centro a fare da cesura, è costruita
su una serie completa (MI-FA-SOL-REb-SOLb-MIb-LAb-RE-SI-DO-LA-SIb)
trattata secondo le tecniche canoniche del contrappunto; da
notare che le ultime quattro note corrispondono, nellalfabeto
tedesco, alle lettere H-C-A-B che, lette dallultima
alla prima, sono un omaggio a Bach.
Drei Volkslieder (1929) opera
eseguita al Teatro litta il 29 novembre 1998
Tra il 1929 e il 1933, mentre lavorava a composizioni di diversa
natura, tra le quali lopera Moses und Aron, Schönberg
si dedicò a libere elaborazioni di musiche del Settecento
(Monn e Händel) e a trascrizioni di musiche popolari:
sia per voce e pianoforte che per coro misto a quattro voci
a cappella. A questultimo gruppo appartengono i Drei
Volkslieder del 1929. Si tratta di tre canti popolari
tedeschi risalenti al XV e XVI secolo, il primo dei quali
subirà una seconda rielaborazione nel 1948 (op. 49):
Es gingen zwei Gespielen gut (Due amici passeggiavano,
1540); Der Mai tritt ein mit Freuden (Maggio arriva
portando gioia, 1545); Mein Herz in steten Treuen (Il
mio cuore sempre fedele, XVI secolo).
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