PROFILO COMPOSITORI, AUTORI |
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Per ampiezza e qualità della produzione,
il pianoforte occupa un ruolo centrale nellattività
creativa di Debussy; in questo modo egli da un lato si pone
lungo la via tracciata da Mozart, Beethoven, Chopin, Liszt.
Dall'altro è in sintonia con contemporanei - e successori
- quali Bartók, Busoni, Rachmaninov, Prokofev,
tutti compositori che erano anche grandi pianisti. Ma da questi
Debussy si distingue per essere stato lunico ad avere
affermato la propria personalità pianistica in ritardo
rispetto a quella compositiva: del resto, già il suo
insegnante di pianoforte al conservatorio, A. F. Marmontel,
lo rimproverava di suonare lo strumento più da musicista
che da pianista. E, a conferma di come in lui lartista
prevalesse sul virtuoso, va ricordato che egli si vantava
di potere suonare - a memoria - il Tristano di Richard Wagner
partendo da una battuta qualsiasi.
En blanc et noir (1915) opera
eseguita al Teatro Litta il 31 maggio 1999
Alla musica per pianoforte a quattro mani e per due pianoforti
Debussy ha riservato uno spazio molto ridotto e, al contrario
di quella per lo strumento solo, non sempre di qualità
eccelsa. I relativi cataloghi comprendono: la Petite suite
(1889), la Marche écossaise (1891) e
Six épigraphes antiques (1914); Lindaraja
(1904) e En blanc et noir (1915). Vale forse la pena
ricordare che le prime due pagine sono state anche trascritte
per orchestra: rispettivamente, da Henri Büsser nel 1907
e dallo stesso compositore nel 1908. Tra tutte queste En
blanc et noir è senza dubbio la più riuscita.
Articolata in tre parti, la composizione risale al 1915 e
rientra in un periodo creativamente molto felice - Etudes
1-11, il progetto delle Six sonates avec plusieurs
instruments (limitato a tre dalla morte sopraggiunta nel
1918) - che fa da contrappeso allo stato di prostrazione psicologica
nel quale l'aveva gettato il conflitto mondiale. Di questultima
? testimonianza la dedica del secondo brano au lieutenant
Jacques Charlot (nipote del suo editore Durand) tué
à lennemi en 1915, 3 mars, immerso allinizio
in un'atmosfera 'sombre' e che poi si apre in un respiro melodico
sempre più ampio, anche incalzante, mai però
pienamente definito, sino alla conclusione così secca
da apparire brutale. Agli estremi sono collocati due brani
molto diversi per scrittura e carattere: alle sonorità
contrastanti e virtuosistiche del primo, si contrappongono
le leggerezze non di rado impalpabili e l'andamento quasi
improvvisativo del terzo. (Ettore Napoli)
Etudes, I livre (1915); Etudes, II livre
(1915)opera eseguita al Teatro Litta l8 novembre 1998
I due libri degli Etudes chiudono l' ampia produzione
pianistica di Debussy, inaugurata nel 1880 da una Danse bohémienne
che, di fatto, ne inaugura l' attività compositiva.
La stesura rientra nell' ultimo periodo di creatività
di Debussy, nellestate- autunno del 1915, trascorso
in Normandia e nel corso del quale oltre che alle due raccolte
egli lavora anche ai tre capricci En blanc et noir per
due pianoforti e a un gruppo di Sonate da camera per ensemble
strumentali diversi. Due anni prima aveva portato a termine
per l' editore Durand la revisione dell' opera omnia di Chopin;
è in seguito a questa frequentazione che nasce in lui
l' idea degli Etudes, anche questi divisi in due libri,
articolati in 6 brani ciascuno però, non in 12 come
le opp. 10 e 25 dellamatissimo compositore polacco.
Come scrive F. R. Tranchefort, "fornendoci un preciso metodo
per l' interpretazione e la chiave dell' intero universo pianistico
debussyano, gli Etudes si risolvono in musica vera,
pura, non più evocatrice come nei Préludes;
in un sentimento più interiore, più essenziale
[...]. Al contrario degli Etudes di Chopin e Liszt,
lo scopo non è la potenza o la velocità, ma
la souplesse e l' agilità acrobatica delle dita. La
successione dei brani è la seguente: I libro: 1) Pour
les cinq doigts, d ' après Monsieur Czerny; 2)
Pour les tierces; 3) Pour les quartes; 4) Pour
les sixtes; 5) Pour les octaves; 6) Pour les
huit doigts. II libro: 1) Pour les degrés chromatiques;
2) Pour les agréments; 3) Pour les notes
répetées; 4) Pour les sonorités
opposées; 6) Pour les arpèges composés;
6) Pour les accords.
Rapsodia per clarinetto e pianoforte (1909/10)
- opera eseguita al Teatro Litta il 15 novembre 1998
Scritta per un concorso bandito dal conservatorio di Parigi,
questa Rapsodia sarà subito dopo orchestrata
dallo stesso Debussy. Al clarinetto è di fatto affidata
la conduzione di tutto il discorso tematico, interrotto da
cadenze altamente virtuosistiche dello strumento.
Contemporaneamente ai Trois Poèmes de Mallarmé
e alla Boite à joujoux e al secondo libro dei Douze
Préludes per pianoforte, Syrinx è
stata eseguita per la prima volta il 1° dicembre del 1913
dal flautista Louis Fleury in occasione della rappresentazione
di Psiché di Gabriel Mourey. Poeta, drammaturgo, romanziere,
critico darte, questi era uno degli amici più
intimi di Debussy, con il quale condivideva, tra laltro,
linteresse per Richard Wagner, Edgar Allan Poe e LArt
Nouveau. Dei numerosi progetti artistici elaborati insieme,
il solo a concretizzarsi è stato appunto quello relativo
a Psiché, una pièce teatrale scritta da Mourey
per la quale Debussy avrebbe dovuto comporre la musiche, delle
quali questa è stata lunica portata a termine;
in un primo tempo Debussy laveva chiamata La flûte
de Pan (il mitico fauno dellAprés-Midi di
Mallarmé che aveva già ispirato il compositore
nel 1894). Nel suo saggio su Debussy del 1980 Harry Halbreich
definisce Syrinx contropartie musicale des motifs décoratifs
passés de lArt Nouveau à limpressionisme.
(opera eseguita alla Palazzina Liberty a Milano il 29 aprile
1998)
Nel 1985 Pierre Louÿs, di otto anni più giovane
di Debussy, pubblicava la raccolta Les Chansons de Bilitis
dedicata ad André Gide, con il quale lanno
precedente aveva soggiornato per alcuni mesi in Algeria dove
aveva conosciuto e frequentato una bellissima sedicenne di
Biskra, il cui nome, Meriem ben Atala, veniva riportato allinizio
della raccolta. Debussy fu subito attirato dal simbolismo
affascinante e sensuale dei versi, affine a quello del Pelléas
et Mélisande di Maurice Maeterlinck, che nel 1985 egli
aveva già terminato di trasferire in musica (ma per
la prima dellopera bisognerà attendere il 1902).
Nonè da escludere che ad attirare il compositore sia
stata la duplicità del simbolismo delle Chansons,
nel senso che queste recavano nel titolo la dizione traduites
du grec, ovvero presentate come traduzioni di poesie
di una poetessa greca contemporanea di Saffo (in realtà
ne erano una perfetta imitazione). Debussy scelse tre di quei
poemetti: La Flûte de Pan, La Chevelure e Le Tombeau
des Naïades eseguiti per la prima volta nella versione
originale per voce e pianoforte nel marzo 1900, con lo stesso
compositore al piano. Lanno successivo, in vista di
una lecture mimée di tutta la raccolta
al Théâtre des Variétés di Parigi,
ne approntò una seconda versione per un organico in
grado di avvolgere i versi in una musique dambience:
due flauti, due arpe e celesta (nel 1914 le musiche di sei
poemetti saranno rielaborate per pianoforte a quattro mani
o pianoforte solo con il titolo di Six Epigraphes Antiques)(
Ettore Napoli)
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