PROFILO COMPOSITORI, AUTORI |
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Niccolò Castiglioni, nato a Milano
il 17 luglio 1932, ivi morto il 7 settembre 1996, studiò
al Conservatorio di Milano con Giorgio Federico Ghedini, e
seguì poi i corsi di Gulda, Zecchi e Blacher al Mozarteum
di Salisaburgo. Fra il 1958 ed il 1965 frequent˜ i Ferienkurse
für neue Musik di Darmstadt. A parte una breve parentesi
concertistica negli anni 50, si dedicò esclusivamente
alla composizione e allinsegnamento di essa. Nel 1966
fu invitato a Buffalo, alla Rockefeller Foundation, dove insegnò
Contrappunto; sino al 69 fu visiting professor in molte università
americane. Sino alla sua morte, insegnò al Conservatorio
di Milano e visse tra la sua città e Bressanone, unamena
cittadina del ridente Alto Adige, dove Castiglioni ritrovava
il suo contatto con la natura, elemento sovente presente nelle
sue composizioni.
Gymel (1960), per flauto e pianoforte
Come io passo lestate (1983), dalla suite
per pianoforte: Andiamo al rifugio Bergamo; La valle
del Ciamin; Ghiaccio sul Rosengarten
opere eseguite a Milano alla Palazzina Liberty il 10 ottobre
1996
Anche Gymel di Castiglioni si muove alla ricerca
di effetti, e non solo timbrici, come molte altre pagine del
compositore milanese dello stesso periodo (si pensi a Movimento
continuato per piano e 11 strumenti, o a Tropi
per cinque strumenti e percussione). Ed ecco allora effetti
deco e di riverberazione e nel finale un quasi ineseguibile
passaggio in trentaduesimi marcato velocissimo e confuso,
come un trillo continuo, chiuso da una citazione della
Sinfonia n. 5 di Beethoven. La suite Come io
passo lestate è fascinoso esempio di
romantica fanciullezzae ingenuità
oltre che diaristica confessione.
Gorgheggio (1988), per pianoforte e 8 strumenti a
fiato; opera eseguita a Milano alla Palazzina Liberty il 28
novembre 1996
In unintervista di alcuni anni fa Niccolò Castiglioni
divideva le sue composizioni in tre gruppi dal punto di vista
stilistico: brani contraddistinti da sonorità di carattere
scintillante, argentino, dai timbri un po metallici
(Tropi, Sequenze, Cangianti, Gymel, Inverno in-ver, Arabeschi),
brani di carattere giocoso (Caractères, Favole di
Esopo, Gyro), pezzi che rivelano una certa nostalgia.
A cavallo tra il primo e il secondo di questi tre gruppi sembra
collocarsi Gorgheggio. Gran parte del brano infatti
costituita da un prolungato, raggelato arabesco del pianoforte
solo, impiegato nella zona acuta e acutissima (in tutto il
pezzo non compare mai la chiave di basso), arabesco che talvolta
si incanta sul ribattuto di una nota o di una sovrapposizione
di suoni, quasi fosse una sorta di "picchettato" vocale (Gorgheggio?)
e infine sfocia in un cluster tenuto, su cui i legni più
acuti (2 ott., fl., 2 ob., cl. picc., 2 cl.) ripetono, come
in uno sberleffo cristallizzato (ed ecco il collegamento con
il Castiglioni giocoso), per cento volte una medesima sincronia
preceduta da unacciaccatura quadrupla.
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