POESIA CHIAMA MUSICA



Claudia Azzola



Neve

Fu in quegli inverni nella casa
tra tetti e stormi, fu neve,
la percepivo in me prima di vederla
per il silenzio bianco che si crea,
rallentamento come di uno che si svena.
Poi, la visione dal basso, al finestrino.
La neve dei nonni che ci fa profeti
quando niente intorno è sordido.
Neve del papà che passava nell'androne:
era il passo del babbo che deve
andare via e gli altri ancora
stanno al dormire e non perire.
La pioggia della mamma passa
per il tintinnio di un bicchiere,
ha a che fare con la testa,
ha a che fare con le ossa.
Neve è tutto un "vieni", mai un "vai via",
"parti", no, vieni accanto a me,
come un genitore vero,
come il genitore che c'è sempre stato,
nel corridoio, nella stanza al buio,
al momento di svestirsi, di sbadigli,
porgendo orecchio alle belle voci,
alle voci belle e convincenti;
tutto è calmo, tutto è nostro,
poi il silenzio bianco del papà ci aiuta.

 

 
     

 
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