POESIA CHIAMA MUSICA



Mariella De Santis

 

l sonno di Dio madre
estrattoda Ipnos, il poema del sonno, di Mariella De Santis

Allora l’Eterno Iddio fece cadere un profondo sonno sull’uomo.
Al risveglio gli fu accanto Eva,
da costola a persona
la prima clonazione.
Il sonno di Adamo
fu solo anestesia?
O artificio atto a nascondere
un terribile segreto?
Quello, poniamo,
della maternità di Dio?
Un dio che spalanca le cosce
contrae i muscoli della pancia
dei glutei, spinge e genera.
Un dio che dopo il parto
sfinito riposa e scivola nel sonno.
Se Dio c’è.
E se c’è, essendo eterno,
lunghe eterne ore dura il suo sonno.
Così gli uomini inventarono
un disegno di moltitudine,
il canto in coro, la risata,
l’applauso per scuoterlo alla vita.
Ma lui dorme e sogna
un creatore onnipotente
che dà fiato al suono,
luce agli occhi,
materia ai corpi.
Dalle mani gli sfuggono
guerra dolore e fame.
Tardi se ne avvede
e per riparo al torto
dona la tregua del sonno.

Vorrei poter credere
a un dio dormiente
vigile come una madre,
poter sperare nel suo risveglio
al grido del figlio Padre, Padre perché mi hai abbandonato?
Dopo quel grido anche per lui
un sonno di tre giorni e noi
Gesù dorme, cosa posso sperare?
Coscienza delle tenebre è lo sbadiglio,
di resurrezione temporanea ogni risveglio.
Milano, 2003

 

 

 
     

 
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