per voce recitante, pianoforte e tamburo militare  
                                testo dI Gian Pietro Lucini  
                                musica di Pieralberto Cattaneo  
                              La Canzone del Giovane Eroe 
                              da " Revolverate "  
                              
                                
                                  |   | 
                                  Ils arrivent du claque ou bien des séminaires,Fils de cocottes chez les Oblates éduqués. 
                                    (L. TAILHADE, Au Pays du Mufle)  
                                    La Victoire, aujourd'hui, leur montre le chemin 
                                    Et des boxons épars leur ouvre la barrière. 
                                    Vivat! Le copohu renchérira demain. 
                                    (L. TAILHADE, Conscrits) 
                                     
                                    Le Patriotisme, fiction cadastrale et mélodramatique, 
                                    suffit à lui donner l'illusion se da virilité sociale. C'est la plus haute expression du panbéotisme contemporaine! 
                                    (L. TAILHADE, Patriotes!)   | 
                                 
                                                             
                              Canzone, soffermati, 
                              accogli la voce 
                              gioconda e marziale 
                              del giovane Eroe, 
                              agnello mansueto per le sale, 
                              e, nella mischia, intrepido e feroce.  
                              «- Signore, sono l'Eroe autentico, 
                              quello vivo, splendente nell'assisa, 
                              alle cui braccia la Patria si affida, 
                              sicuramente, 
                              come la vostra noja si confida 
                              al soffice riposo della poltrona.  
                              Signore, 
                              sono l'Eroe; 
                              quando le sorchie vanno in amore, 
                              inforco il destriero, risuono 
                              di sproni, di sciabola e d'albagia.  
                              Venni d'Africa orrenda e tenebrosa, 
                              gesta racconto omeriche: 
                              passione italiana Orlando e Ruggero incitare 
                              nell'eroicomico poema militare. 
                              E vengo dalla China: 
                              per sé stessa indovina, Madame Chrysanthème 
                              seppe far casa polita, però ... 
                              i sopracciò della diplomazia 
                              mandaron navi, cannoni ed armati, 
                              presti Modugni*  internazionali 
                              e prestatissimi generali.  
                              Fui là giù e son qui, 
                              Palo di ferro , per servirvi al punto. 
                              Se ho fatto la sciocchezza d'ammogliarmi prima, 
                              con qualche insipida e provinciale ragazzina, 
                              un suicidio provvidenziale, mi diè la spesa del funerale, 
                              ma mi fè libero di convolare a nozze più decenti. 
                              Eccomi, dunque. In previsione, 
                              vi ho recato bottino, Signore, pesante, 
                              perché disprezzo un poco la professione 
                              dello straccione Cavalier errante.  
                              Riportai intatta la virilità, 
                              l'ho riserbata a voi ed alla Patria: 
                              posso offrirvi per dono 
                              [...] 
                              un piccolo bazar di chinoiseries 
                              tutto per voi e ... il resto oh, ... m'amies!  
                              Perciò desidero d'andare a Tripoli, 
                              pacifico guerriero, 
                              per procacciarvi stoffe, arazzi, cuscini, 
                              nielli damaschini, artifizii novelli ed orientali 
                              d'aggiungere in collana ai vizii europei delle guarnigioni, 
                              per ritentar, con voi, sopra e sotto queste dovizie, 
                              paradisiache blandizie, quella faccenda, ... sì ...; 
                              lasciate dire; ... non arrossite così.  
                              Per le Dame che fanno le preziose 
                              ho drappi del colore d'amaranto; 
                              per le troppo pudiche 
                              lunghi veli di seta sul talamo; 
                              per le sfacciate, ecco larghe conchiglie di sete rosate 
                              a paragone delle membra nude, 
                              pallide, ambrate, vive giunchiglie. 
                              [...] 
                              Ho un gran palazzo in fantasia, 
                              e molta cortesia.  
                              Signore, 
                              sono l'irresistibile; 
                              alla punta de' baffi si aduna, 
                              col fluido d'eleganza, il magnetismo e l'attrazione 
                              per la maschia prestanza. 
                              Le mie pupille ladre 
                              brillano come spalline d'argento, 
                              donde schiumeggian le spesse ciniglie 
                              in sulle spalle quadre d'Ercole adolescente. 
                              [ ...] 
                              Sono l'irresistibile; 
                              passai tra le battaglie indisturbato, 
                              sorridendo e giuocando col mughetto, 
                              che la bella mi aveva donato, 
                              arcangiolo corrusco e impomatato 
                              nobile Alfiere de' Lancieri del Re.  
                              Badate a me: 
                              posso offrirvi una notte di amore? 
                              L'ozio m'irrita della caserma, 
                              la cavalcata mattutina mi eccita, 
                              il fruscio delle gonne mi snerva; 
                              amare, Signore, è necessario, 
                              come combattere, come ... conquistare 
                              colonie alla Patria, che attende e conserva, 
                              sul libro della storia, la nostra gloria.  
                              Oggi, le nubi vanno e poi ritornano 
                              varie d'umori e di colori, 
                              fumo leggiero e inconsistente, fumo di Parlamento. 
                              Sul sí e sul no ambigui, 
                              credete a me, amiamoci con squisita innocenza. 
                              Ecco, Signore, in molta confidenza, 
                              dentro al cerchio sottile dell'orecchio, 
                              padiglione di morbidi secreti 
                              seminascosto dai biondi riccioli, 
                              posso io confidare parole, consigli e voluttà? ... 
                              Non arrossite, Signore, non iscordo 
                              l'obbligo mio di nobiltà.  
                              Camere ammobigliate 
                              e cene in cabinet particulier, 
                              per le borghesi; vino d'Asti e sandwichs  
                              ripieni di prosciutto e di caviale, 
                              ostriche di Taranto per le ballerine; 
                              tartufi a discrezione. 
                              E poi, che fa? 
                              Venni d'Africa orrenda e tenebrosa, 
                              e venni dalla China; 
                              mi sono conservato, 
                              ho provveduto, eroicamente, 
                              al mio ventre e alla magnificenza della Nazione, 
                              per nostra mutua soddisfazione.  
                              Signore, 
  tra le quattro e le sei, nell'ora psicologica, 
  posso offrirvi un rinfresco d'amore? -»  
                              Canzone, confessa che alla guerra, 
                              si mangia bene e non si dorme per terra.  
                                 
                                 
                               *si allude a un tenente Modugno, che partecipò alla spedizione in Cina e divenne tristemente famoso per le stragi e i furti di cui si rese responsabile (a questo personaggio si allude anche nella strofa successiva); vedi Paolo Valera, Il Cinquantenario (Milano 1911) p. 79: «Dupuy è stato il prototipo. In Cina egli è stato rappresentato da Modugno, accusato al suo ritorno di uxoricidio. Brutta figura. In casa dei cinesi ha seppellito due fratelli nelle buche fatte scavare da lui e non li ha lasciati uscire che quando hanno rivelato dove avevano nascosto le loro piastre. Sotto la su "tenda" scudisciava le sue ordinanze legate agli alberi».  
                                
                             |