melologo per voce recitante, pianoforte e percussione 
                                musica e testo di Davide Anzaghi 
                                 
                             
                              
                                
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                                  Talor la notte fingo di dormire 
                                    e in me lo sento fiso   
                                    spiarmi i sogni in viso.  
                                  (Giacosa, Illica: Bohème , atto III)                                     | 
                                 
                                                             
                               Un uomo e una donna giacciono addormentati nel buio, in una notte d'estate. 
                              La donna si desta.  
                              
                                
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                                  Ho udito la sua voce... 
                                    Parlava nel sonno? 
                                    Dove altrimenti? 
                                    Dorme ancora! 
                                    E come 
                                    dorme, 
                                    lui!  
                                 | 
                                 
                                                             
                              Non accende alcuna luce, temendo di svegliare l'uomo. Nell'attenuata oscurità lo osserva e si chiede se egli ha davvero pronunciato le parole da lei udite. La voce, quantunque dell'uomo, era forse nel sogno di lei? 
                              Esce dal letto e lentamente, silenziosamente, raggiunge la finestra, dove indugia, assaporando l'incanto della notte, chiara di luna. 
                              Dal giardino improvvisi rumori raggiungono la donna.  
                              
                                
                                  |   | 
                                  Dentro il folto degli alberi 
                                    passi sento, fuggevoli,  
                                  risonare sui ciottoli... 
                                    Si arrestano... rieccoli:  
                                   più lenti e cauti, a muoversi 
                                    i passi ora riprendono; 
                                    da ultimo dileguano... 
                                   nel nulla inverosimile  
                                  che questo luogo domina...  | 
                                 
                               
                              Mentre è distratta dagli eventi notturni che il precoce risveglio segnala, dalla finestra la donna sente l'uomo agitarsi nel sonno. Gli si avvicina. Ma egli, pur smaniando, tace. Le enigmatiche parole di repulsione pronunciate in sogno dal compagno la inducono a presagire che ambigui eventi, risalenti a quando lei e l'uomo si conobbero, siano sul punto di ridestarsi, dopo un lungo oblio.La donna rievoca il primo incontro d'amore con il compagno.  
                              
                                
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                                  Declinava un'estate inquieta 
                                    e d'una notte illune l'ora ultima 
                                    sonava in lontananza, innanzi l'alba. 
                                    Le ombre già succubi a un cielo effusivo, 
                                    dalle sue labbra lente a lungo cogliere 
                                    funebre sollievo al fine era datomi. 
                                    Travidi allora, 
                                    pur sommersa da unanimi eventi 
                                    che su di me volgevano propizi, 
                                    ebbene travidi, 
                                    trasalendo, 
                                    gli occhi suoi dirmi 
                                    velata repulsione 
                                    che, sua di me, sì, sua di me, 
                                    per l'ora, il luogo e l'aura, parve proprio un sogno 
                                    e non la veglia al novilunio di noi due.   | 
                                 
                                                             Di quel primo incontro la donna sospettò: sospettò che l'uomo l'avesse cercata non per amore ma per il proposito di sottrarsi ad altra passione - preesistente, segreta, infelice, impossibile - che sempre e soltanto intuire ella   ha potuto. 
                              Alla donna sembra di udire nuovamente il compagno bisbigliare qualcosa. Gli si accosta e resta immobile in ascolto.  
                              
                                
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                                  Parlava o traudivo?  
                                     Lungo la veglia 
                                    raro riserbo mostra 
                                    il profumato enigma 
                                    con cui spartisco i giorni;  
                                         così, di lui 
                                    non ho che la sua voce 
                                    di sillabe notturne: 
                                    sol'essa che mi parli. 
                                     
                                         Censura onirica,  
                                    prego, nascondi 
                                    più blandamente  
                                    che nella veglia  
                                    le cose o alcuna  che lui non dice.                                    | 
                                 
                                                                                           Prima che l'incipiente sonno s'impossessi di lei, la donna scruta ancora una volta il compagno. Vistolo tranquillo, si avvia infine verso la   finestra aperta. Il cielo, di poco più chiaro, avverte che l'alba è vicina. 
                               La donna chiude la grande finestra e tira i tendaggi, escludendo la trama della notte.  
                              Il buio si riappropria la stanza.  
                              L'uomo si desta.  
                               
                              
                                
                                  |   | 
                                   Ho udito la sua voce...  
                                    Parlava nel sonno?  
                                    Dove altrimenti? 
                                    Dorme ancora! 
                                    E come 
                                    dorme, 
                                    lei!  
                                   | 
                                 
                                
                              Come possono fare 
                              a vedersi dormire 
                              tutti e due allo stesso tempo? 
                              (A. Giurlani) 
                                                               |